chi è che decide cosa è "normale"?

Caro DeNim,

ogni cultura che ci ha preceduto, si è data e si basava quindi su regole di condotta che indicavano qual era la “normalità di comportamento della società stessa di appartenenza”, e su queste regole le democrazie, ancora oggi, invitano la gente a uniformarsi; norme e regole quindi, indispensabili per un corretto andamento della società stessa; lasciamo perdere le dittature che impongono regole ideologiche dettate, secondo loro, “da ispirazione quasi divina”.

Per il nonno, la normalità è tentare di rendere straordinaria ogni giornata ordinaria; riuscire a fare in modo che gli altri si sentano più importanti di me e quindi in un incontro, anche casuale, lasciarli parlare e mettermi in ascolto; cercando di essere sereno e non preoccupato, rilassato e non inquieto, in equilibrio e non instabile…potermi chiedere la sera, in ultima analisi, cosa ho fatto per gli altri? Questa è solidarietà spicciola e “normalità” che da ordinaria diventa straordinaria.

Molte persone, grazie alla loro preparazione culturale, capiscono la superficialità di tante consuetudini sociali, di tanti messaggi pubblicitari, di tanti indirizzi politici, ma non colgono il legame che esiste tra l'irrazionalità sociale e quella individuale e tanto meno ne prendono atto nel loro agire; è opportuno quindi, per me indispensabile, abituarsi ad un sano momento di riflessione giornaliera.

Quanta gente si rende effettivamente conto dei loro difetti e del peso che impongono ai loro familiari? Credo quasi nessuno, per la mia esperienza. Autonalizzarsi quindi giornalmente e vedere se qualche nostro comportamento esce dalla “normalità”, non solo è utile, ma da vero “volpino”, come son solito dire; auguro questa normale e benvenuta “presa di coscienza”, ai tanti giovani che transitano su Y/A.

Con simpatia, nonno Eugenio.

Alla luce dei recenti studi.....si dice!.......... quindi soprattutto neuropsichiatria, psicologia, neurochirurgia, neurologia, pedagogia. Credo siano loro.

Dipende fondamentalmente da due fattori:

1) l'aderenza alla natura (la natura è strutturata secondo un ordine divino e razionale);

2) l'aderenza a ciò che rientra nell'ordinario (ciò che è "ordinario" dipende fondamentalmente da abitudini, convenzioni, regole e norme sedimentate in un contesto sociale-storico-culturale ben definito).

Questi due fattori interagiscono tra loro, ma non è facile capire dove finisce l'uno ed inizia l'altro.

PS.

Potresti rispondermi qui:

http://it.answers.yahoo.com/question/index;_ylt=Au...

la società

----------------------

potrei farti un discorso

ma vista l'ora direi ke sia meglio di no

altrimenti sembrerei un analfabeta!

La norma

L' ignoranza.

Mio zio.

bè credo sia tutta questione dello steriotipo... al giorno d'oggi siamo come le pecore ciò che fa uno viene fatto da tutti e questo è ciò che viene definito NORMALE... invece se qualcuno cerca di distinguersi dalla massa e di andare contro corrente... bè allora quello è DIVERSO... meglio essere considerati diversi ma quindi essere unici che una massa di robot tutti uguali!!

conforme alla norma rispetto a parametri determinati;

consueto, usuale, ordinario.

Il normale è ciò che non meraviglia, che non desta scalpore, che non preoccupa.

Una cosa può essere normale perchè fa parte della maggioranza rispetto a un determinato parametro;quindi è necessario un insieme per determinare la normalità di una singola cosa.

La tua intelligenza, più è bassa meno cose sono normali.

Sono sempre anormali le cose che danneggiano in qualsiasi modo qualcuno.

Tua è riferito a tutti ovviamente, me compreso.