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"Credo" e "intelligenza" sono inversamente proporzionali. Lo dice la Scienza. Commenti?

Si parla di "dati medi" e chiaramente ci sono eccezioni in entrambi i sensi. Ci sono atei stupidi e premi Nobel credenti. Ma è stato dimostrato che, mediamente, ad un quoziente intellettivo alto corrisponde un credo religioso molto basso e viceversa. Come commentate questa notizia? (Non metto il link se no non mi pubblicano la domanda, lo trovate sull'Huffington post).

Update:

DANIELE: il tuo esempio è proprio sbagliato. Galileo provò a dire che c'era qualcosa che non andava e fu condannato per eresia. Trova di meglio!

Update 2:

ALFIO: grazie per il link!!

Update 3:

PATU: da quello che scrivi intuisco che non capisci la differenza tra "sufficiente" e "necessario", tra "se" e "solo se". Questa è, perdonami, mancanza di intelligenza. O di istruzione...

Update 4:

OMBRA: è spiegato tutto nell'articolo postato da Alfio. C'è anche la risposta alla tua domanda.

Aggiungo: sono Matematico di professione, quindi qualcosina della Scienza mi interessa.

Update 5:

DREAMER: se tu avessi letto i miei dettagli avresti notato che parlo subitissimo di eccezioni! :-) Ma ti perdòno!

Update 6:

KNIGHT: non condivido ma ti sei meritato il mio pollice all'insù nonostante tutto.

16 Answers

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  • 8 years ago
    Favorite Answer

    Se qualcuno crede che la Terra ha solo 6000 anni nonostante l'enorme quantità di fossili ritrovati non c'è bisogno di un sondaggio o cose del genere per capire che queste persone sono sceme.

  • Joshu
    Lv 5
    8 years ago

    In un villaggio di beduini è chiaro che chi legge il Corano è più intelligente di chi è analfabeta, ma in un villaggio di beduini, non nella società moderna.

  • Marcvs
    Lv 4
    8 years ago

    sul tema della religione e del Quoziente Intellettivo nel 2002 Mensa Magazine” (la Mensa è un’associazione di individui con un QI molto alto) ha pubblicato un lungo articolo su tutti gli studi condotti sulla correlazione Religione/Quoziente Intellettivo:

    “Dei 43 studi condotti dal 1927 a oggi sul rapporto tra credenza religiosa e intelligenza e/ o livello di istruzione, tutti, tranne quattro, hanno rilevato una correlazione inversa. In altre parole, più si è intelligenti e colti, meno si è religiosi o si hanno "credenze" di qualche sorta”.

    Source(s): Bell, Paul. "Would you believe it?" Mensa Magazine, Feb. 2002, pp. 12–13
  • ?
    Lv 7
    8 years ago

    E' assolutamente ovvio e normale.

    E' sufficiente pensare alle fole delle varie religioni e alle loro contraddizioni per comprendere quanta più accoglienza possano avere presso la popolazione con un QI più basso sfruttando superstizione e ignoranza.

    Non a caso ora ad esempio la religione cattolica sta perdendo terreno in europa per guadagnare consensi in Africa e in America latina dove esiste maggiore povertà e maggiore ignoranza di quanta non ve ne sia in Europa.

    @Daniele - parliamo di ora non di 500 o 1000 anni fa dove tutti erano credenti o dovevano far finta di esserlo perché a dichiararsi atei si rischiava la pelle!

    E ... dai, la tua risposta è una bell'arrampicata sugli specchi.

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  • Anonymous
    8 years ago

    In genere chi crede tende ad avere una mente chiusa, limitata ad assorbire solo ciò che è scritto nei libri sacri. Chi crede ha paura di scoprire e di avanzare, paura del futuro e della morte, curiosità nulla.

    Una mente aperta ovviamente porta ad esplorare, ad imparare e a scoprire di più.

    E' quindi normale che gli atei siano più intelligenti.

  • Alfio
    Lv 4
    8 years ago

    Se si parla di credo religioso (vale a dire istituzionalizzato) certamente sì. E non occorrono statistiche: è sufficiente una valutazione delle risposte dei religiosi su Y/A per averne una prova certa.

    http://www.huffingtonpost.it/2013/08/14/religione-...

  • 8 years ago

    Non penso serviva uno studio per capire che la religiosità è un freno a mano tirato, non tanto per l'intelligenza ma per la voglia di comprendere che la tiene accesa.

    E' evidente che le dottrine che pretendono sottomissione non possono andare d'accordo con un pensiero scientifico, a volte nemmeno con la curiosità che potrebbe esserne il motore, visto che tendono ad annientarla o incanalarla su strade predeterminate che non portano da nessuna parte.

  • 8 years ago

    A me la tua domanda piace...e' una domanda profonda per quanto possa sembrare ovvia. Voglio citarti un passo biblico che penso possa servire allo scopo:"Nessuno seduca se stesso: Se qualcuno fra voi pensa di essere saggio in questo sistema di cose, divenga stolto, affinché divenga saggio. Poiché la sapienza di questo mondo è stoltezza presso Dio; poiché è scritto: “Egli prende i saggi nella loro astuzia”.Trovi questo passo in 1 corinti capitolo 3 versi 18 e 19.

    Io mi permetto di aggiungere solo un breve ragionamento.

    Il metro di misura per definire una persona intelligente e' stabilito da persone che si limitano ad osservare dati in un solo ambito ed in base a questo definiscono standard. Io trovo interessante per cominciare dividere il concetto di credente. Esistono "credenti" e "credenti". Non puoi paragonare una persona che crede in qualsiasi cosa solo perche' gli e' stata insegnata e senza aver mai appurato nulla o studiato nulla si definisce credente. In questa categoria si possono inserire tranquillamente quelle persone che si rivoglono a medium per farsi togliere fatture e maledizioni e via dicendo. Di queste persone, purtroppo, concordo con l'Huffington Post. Discorso a parte invece per quelle persone che basano la loro credenza su ricerche eprsonali, dopo aver studiato e aver approfondito l'argomento. Di questi forse non tutti si possono dire professori o matematici o scenziati, ma in quanto ad intelligenza...

    Ultimo e non meno importante... la religione e' argomento che interessa a prescindere dal QI, quanto invece dalla volonta' di conoscere e dall'apertura di una mente che contempla la possibilita che non tutto quello che la scienza oggi non puo' spiegare necessariamente non esista. Questo almeno e' l'errore che commise la Chiesa Cattolica con Galileo, ma questa e' un altra storia.

    Il vero credente e' colui che studia nella Bibbia le basi della prorpia religione e ne mette in pratica gli insegnamenti, che predica il contenuto del messaggio anche ai dotti.

  • 8 years ago

    Se quelli a cui ti riferisci sono studi scientifici non ho nulla da obiettare.

    Solo vorrei far presente che il fatto che gli atei siano mediamente più intelligenti non significa che fra i credenti non ci siano eccezioni, nè che siano un branco di idioti (non tutti almeno).

    E' un errore in cui secondo me non dobbiamo cadere.

    @Si si ho visto e hai fatto bene! Solo altri potrebbero non rendersene conto :)

  • Anonymous
    8 years ago

    Mah, vedi: dipende tutto dal significato e dal peso specifico che tu dai al "Credere" e alla "Intelligenza".

    Ci sono varie modalità di credere: tu puoi da bambino credere che esistano i Folletti e le Fate, o i Sette Nani, oppure da adulto credere in una realtà che altri non hanno visto e gli è preclusa. La forma del Credere alla quale ti riferisci è di certo quella in una divinità Creatrice e che sostiene l'essere di tutto il Creato. Questa è una esperienza personale profonda e se io ho visto tanto per fare un esempio il paesaggio delle Ande, non c'è modo di trasmettere gli odori dei cibi e delle spezie, i colori veri delle piante, dei tessuti e il tocco palpabile della loro consistenza: tu se mi dai fede, devi credere alle mie impressioni, ma io non te le posso trasmettere.

    La intelligenza: è un fenomeno talmente complesso e variegato che non si può catalogare in un solo tipo di intelligenza: come la metti con le intuizioni di Tesla, tanto avanti nelle sue intuizioni che tutt'oggi spesso quando si vuole brevettare un apparato si scopre che una cosa del genere Tesla lo aveva brevettato già 100 anni fa? Che tipo di intelligenza? Quella di mio figlio laureato con il max dei voti e Lode in Fisica, con diritto di pubblicazione, che a mia moglie in 4° elementare ha detto, mamma, io amo la matematica!??

    E aveva 10 nei compiti scritti e sette in orale perchè non studiava le regole: gli bastava guardare una equazione alla lavagna per risolverla a modo suo, fuori da ogni regola? Come chiamarla?

    No, sono troppe le variabili e le due cose potranno camminare sempre come le rotaie di un treno, ma confluire..mai.

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