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Indipendentemente dal LAVORARE per VIVERE o VIVERE per LAVORARE...farlo in ITALIA?
Stamattina ho ritrovato facendo pulizia nella libreria un "manualetto pratico di conversazione italo-tedesca per il lavoratore in germania" e una "guida per il lavoratore italiano nella Repubblica Federale di Germania", delle guide per gli emigranti insomma.
Questo è stato il pretesto per risollevare una questione ricorrente e diffusa, ma di cui se ne parla solo per citarla o senza scopo propositivo: andare a lavorare e/o vivere all'estero.
Sembra incredibile che sono passati 55 anni dalla pubblicazione di quei libretti eppure oggi tali problemi ci sono ancora: certo non è che siamo ai livelli tali da verificarsi esodi di massa con emigrazioni in america o europa del nord o anche solo nel nord-Italia come avveniva in passato, ma chiamiamolo come ci pare il fenomeno, perchè tanto si verifica ancora oggi.
Il paradosso però sta nella cosidetta "fuga dei cervelli": perchè caspita gente qualificata e meritevole non solo di un posto elitario ma anche di una soddisfacente carriera (perchè dovrebbe essere così) è reclutata dai "grandi e piccoli" dell'estero o se ne va di propria iniziativa? Perchè mette da parte il senso di appartenenza alla sua Nazione, l'affetto verso i cari, spesso altre insicurezze e incertezze, preferendo ovviamente di interessarsi al proprio bene?
Diavolaccio, se io voglio un futuro nel campo dell'innovazione e nell'ingegneria finemente applicata perchè in Italia possono solo assumermi come un ingegnere con mansioni da perito con uno stipendio inferiore a quello di un impiegato di mezza età? se io voglio contribuire al progresso della scienza perchè mi assumono a fare solo analisi di laboratorio e piccole ricerche fini a se stesse con borse di studio regionali e uno stipendio da geometra?
Mi chiedo se l'Italia capisca che se ci serve ricchezza, freschezza, innovazione, benessere, non veda soluzione a questi problemi, vuoi perchè ci sono troppi vecchi al comando, vuoi perchè chi siede su una bella poltrona non si stacca più, vuoi perchè le aziende parlano tanto e poi non concludono niente...
Discutiamone, stellinate e confrontiamoci: si parla tanto di manovra economica e tagli, riforme della giustizia e dell'università, federalismo... ma
CHI PENSA AI GIOVANI E AL LORO FUTURO DOPO L'UNIVERSITÀ?
PERCHÈ LA POLITICA NON SEMBRA RICONOSCENTE O INTERESSATA?
LA SOCIETÀ E L'OPINIONE PUBBLICA VI SEMBRANO SENSIBILI A QUESTI PROBLEMI?
@Sharp Thinker
Innanzituuto sono contento che hai scelto la mia domanda x cominciare!
I laureati italiani sono così bravi che se solo l'universitàà italiana fosse migliore allora saremmo proprio bravi bravi...
Per quanto riguarda le lauree inutili, beh diciamo che da un certo punto di vista si può riconoscerne l'utilità, ma sono accettabili con l'estensione che hanno solo nella misura in cui non tolgono fondi alle altre (che già sono pochi) e d'altra parte i laureati nei campi rappresentati dal "matematico" sono pochi perchè oltre all'insegnamento non hai futuro quindi è un circolo vizioso!
Ma quali sono le riforme che nonostante cagose porterebbero positività?
@Simone
Sono completamente d'accordo con te...
ma mai dire mai, perchè anche se i giovani in politica ci arrivano solo leccando cùlo, basterebbe veramente l'elezione di pochi ma buoni per stravolgere tutto, ma gente che ci capisca, gente tecnica, del mestiere, non abili parolai di un mestiere che crea solo vergogne oggi
@Mrs. Douglas
Eh già, ma facendo questo si mettono delle piccole toppe microscopiche e si va avanti ognuno per la sua strada, senza interessarsi a migliorare le cose.
Ci obbligano a fare così!
3 Answers
- Anonymous1 decade agoFavorite Answer
Credo che la definizione più corretta riferita all'Italia sia: in Italia si sopravvive per vivere!
- Anonymous1 decade ago
In Italia, con l'attuale governo, non c'è nessun interesse a incentivare lavori di un certo livello. Anzi, più si è ignoranti e meglio è, così i politici possono manipolare meglio il popolo. Ecco perché persone veramente capaci non trovano lavoro o vengono sotto pagate. Di conseguenza, e giustamente, si mette da parte l'appartenenza alla nazione (che non serve a nulla se non farsi ridere in faccia, cosa che fanno tutti i paesi esteri) e si parte sicuri di trovare un lavoro adatto altrove.
La realtà è questa, si può solo sperare che in un futuro molto prossimo salga al potere qualcuno con le palle e stravolga tutto. Ma un'eventualità simile ha le stesse probabilità di trovare un maiale che parla inglese.
- 1 decade ago
Mi sa che semplicemente la gente se ne frega. A nessuno importa di cariche così elevate culturalmente, questo è un paese molto più terra terra. Effettivamente abbiamo parecchi problemi elementari per altri paesi (inquinamento, evasione fiscale, lavoro nero ecc.), ma questa domanda è interessante. Se si aprissero le porte a campi più avanzati l'Italia potrebbe usufruire delle sue menti che, diciamocelo, sono parecchio sveglie!
Il problema mi sa che è nell'istruzione. Troppe lauree inutili. Troppi laureati negli stessi campi (giurisprudenza ad es.) che non combinano niente e nessun laureato in materie rare (avete mai visto un laureato in matematica pura?). Anzi, troppi laureati in generale. L'università è la scuola del massimo, dell'eccellenza. Invece ci va un sacco di gente. Bisognerebbe rendere più rigido il sistema scolastico. Non ho detto esami più difficili, si tratta di convincere ognuno a prendere il lavoro adatto a lui, non il pezzo di carta che poi magari finisce inutilizzato.
Si chiudono le porte al progresso e le si apre alla pigrizia e al malaffare.
Forse con le ultime riforme che si stanno effettuando in questi anni (che sono molto, molto discutibili) si riuscirà a dividere meglio le capacità della gioventù d'Italia.
Infine, i paesi esteri sono fonte di miglioramento per tutti noi, per prendere esempio e per studiare, e ci sono anche persone che si sono laureate all'estero o che hanno fatto corsi avanzatissimi e che poi sono tornate portando conoscenze tedesche, inglesi, francesi, americane ecc.. Certo, se non si viene adeguatamente ripagati si è quasi costretti alla fuga...
Aggiungo: Boh, è questo il difficile di dirigere l'istruzione. L'obbiettivo finale è che ognuno trovi il lavoro in cui si trova meglio e in cui rende di più, quindi essenzialmente qualsiasi azione dovrebbe essere portata a far valutare tutte le scelte, anche quelle più "alte", e ad alzare il livello culturale medio della popolazione (cosa che sta lentamente accadendo, anche perchè noi siamo un paese giovane rispetto agli altri stati della vecchia europa). Bisogna anche raggiungere gli strati meno interessati della popolazione... ci vuole qualche idea brillante...