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All'università con mamma e papà?

Salve, mi sto per laureare alla magistrale, ma nell'ultimo periodo c'è qualcosa che mi sta veramente sconvolgendo. Ora che sono iniziate le immatricolazioni delle nuove cavie da laboratorio (matricole), ogni volta che vado in segreteria becco questi nuovi alunni che devono prendere i programmi, iscriversi, chiedere informazioni rigorosamente accompagnati dai genitori. Questa cosa mi turba e mi lascia perplesso...quando mi sono iscritto al primo anno non mi sarei mai fatto accompagnare dai miei a fare la mia roba all'università, mi sarei vergnognato troppo. Eppure un mio amico che lavora alla segreteria di una università, mi dice che ormai vengono e chiamano solo i genitori, mentre i figli non si sa dove sono.

Secondo voi perchè succede questo? A 19 anni non si è abbastanza maturi da affrontare le difficoltà da soli, o sono i genitori a volersi mettere in mezzo agli affarei dei figli (magari pensando che a 19 anni non siano capaci di organizzarsi da soli)? Che ne pensate?

Update:

Silvia per il caso immobiliare sono d'accordo con te, anche solo per il fatto che cmq pagano loro.

Per l'università sono un fermo sostenitore del fatto che l'università ancor prima di un istituto per la formazione, è un luogo di crescita personale e culturale. Affrontare sin da subito la disorganizzazione e le difficoltà dell'università significa anche capire cos'è e come ci si deve relazionare. Credo sia questa mancanza di responsabilità, anche imputambile ai genitori, che porta alcuni a non capire come funziona l'università e a fare domande incredibilmente fuori luogo qui su YA, e ne ho viste tante: gente che paragona l'università alla scuola, altri che si chiedono come sia possibile che due lezioni inizino alla stessa ora e in due luoghi a 3 km di distanza.

Quand'ero all'ultimo anno delle superiori la cosa dell'università non mi era del tutto chiara, ma una cognizione di base ce l'avevo, ora pare che la gente si iscrive a "scatola chiusa"...

6 Answers

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  • 1 decade ago
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    Concordo con te, su tutto. La scorsa settimana mi sono imbattuta in diverse matricole "accompagnate" e addirittura diverse mamme mi hanno chiesto (le figlie erano li accanto) diverse informazioni sulla facoltà e le figlie invece di parlare con me scrivevano al cellulare o stavano attaccate alle madri stile koala come se il futuro non fosse il loro. Mi ricorderò sempre il giorno in cui mi sono immatricolata, in cui sono andata a pagare le tasse, in cui ho girato una giornata in solitudine cercando dispertamente orari e aule e me li ricordo come i miei primi passi nel mondo della mia indipendenza. Non ho voluto nessuno e nessuno mi avrebbe mai accompagnata, figuriamoci, i miei avrebbero pensato che gli stessi prendendo in giro!

    E invece ora mi giro e trovo dei genitori a farmi domande su questioni di cui dovrebbero occuparsi i figli, ma non solo in giro all'università, anche sui rispettivi forum "mia figlia mi ha chiesto di scrivere per lei.." "i miei figli vorrebbero informazioni su questo corso.." ma questi figli cresceranno mai? Un conto è esserci sempre per aiutarli nel cammino della vita e nelle difficoltà, un conto è renderli dei bamboccioni incapaci di muoversi nella vita.

    dalù

  • Devo dire che non hai tutti i torti. Quest'anno mi sono iscritta all'università e ogni volta che mi sono mossa per cercare e chiedere informazioni, ritirare moduli e tutto il resto, ho sempre visto queste ragazzine (e altrettanti 'ragazzini') accompagnati dai genitori che si occupavano di litigare con i segretari, di ritirare i moduli per l'immatricolazione e così via.

    Ho sempre detestato queste cose. Pur studiando fuori sede, mi sono sempre occupata di tutto da sola, pur avendo due fratelli che conoscono il sistema universitario (uno è laureato), ho sempre preferito, piuttosto che farmi accompagnare da loro, sbrigarmi da sola le mie 'faccende'.

    C'è da dire però che devi considerare anche l'altra parte, ossia i genitori. Io sono abbastanza fortunata, perché i miei mi danno abbastanza spazio e mi permettono di essere relativamente autonoma, però (credimi) ce ne sono alcuni che non vogliono che i loro figli studino lontano, e li costringono in una gabbia di vetro che non permette loro di crescere. E te lo dico perché ne ho conosciuti di genitori così, quindi non mi stupisco che i figli siano fatti in un certo modo.

    Secondo me buona parte di tutto questo deriva dall'educazione, e sfortunatamente, quella non è sempre all'altezza.

  • 1 decade ago

    dici tante verità...

    e tanto per continuare, non ti è mai capitato di dover aiutare un ragazzo /a, più che maggiorenne, a spedire una raccomandata o a fare un versamento in posta? Non dico che mi succeda tutte le volte che vado in posta, ma quasi.

  • 1 decade ago

    Secondo me sono i genitori che vogliono intromettersi, per controllare il pargolo. Magari qualche figlio pigro ne approfitta, ma molti mi sa che non siano molto contenti della situazione.

    Le poche volte che mio padre (senza il mio consenso) è andato a informarsi all'università l'avrei strozzato.

    In qualche caso la presenza dei genitori è giustificata: quando un fuori sede deve cercare casa, un consiglio da mamma e papà (che magari hanno maggiore esperienza immobiliare e poi dovranno pagare l'affitto) può servire. Se poi lo stesso giorno si deve andare anche in segreteria, che si fa? Non li si può mica mollare per strada. I primi giorni in cui si "esplora" la nuova città penso sia accettabile farsi aiutare dai genitori, ma poi ci si deve arrangiare.

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  • 1 decade ago

    E ti preoccupi delle nuove matricole? Io al terzo anno, prima della laurea, ho avuto problemi con l'esame di inglese. In poche parole non era arrivata la copia all'univerisità, non mi avevano sbloccato l'esame e quindi non potevo iscrivermi alla laureaSono andata in segreteria e ho chiesto cosa dovevo fare (bastava poi portare giù la fotocopia della mia copia e firmarla). Nel mentre ho incontrato un compagno con il padre (avevamo 22 anni, non 19). E' andato il padre a parlare in segreteria, poi è andato dal preside...insomma, si muoveva lui per il figlio per qualsiasi cosa. La cosa che più mi ha fatto ridere è che durante un discorso si è messo a parlare male di alcuni amici comuni, in assenza del figlio però...giustamente io ho immagazzinato, ho conservato e sono poi stata zitta. Quando poi l'ho detto al figlio, sapete come mi ha risposto? "ah, ecco a chi lo aveva detto quello zabetto di mio padre"...da quel momento il padre, che incontravo insieme al figlio, mi ha tolto il saluto guardandomi male come se le cose le avessi dette io. Ma che vuole? Deve solo ringraziare che ho avuto buon gusto di non dirlo agli amici che aveva calunniato ma l'ho riportato solo a suo figlio! Ecco, come i genitori possono commettere errori. Meglio non portarseli dietro o portarseli solo quando si sa come si comportano per evitare spiacevoli casi come questo.

  • qualche settimana fa, mentre aspettavo il prof a ricevimento, davanti c era lo sportello sort.

    squilla il telefono, risponde la borsista

    sì signora, suo figlio per iscriversi deve fare questo e questo poi andare qua e là e blabla...

    il resto del blabla non lo ricordo, ricordo però che la borsista aveva una faccia veramente disgustata da tutto ciò

    e proprio ieri: "mà, che hai pagato il bollettino delle tasse?che lo devo consegnare?"

    concordo su tutto: emeriti bamboccioni che non combineranno nulla nella loro vita, perchè incapaci di gestirsi da soli. la responsabilità l'hanno lasciato nell'utero della madre al momento della nascita, di cervello non sono stati affatto dotati.

    bah, sono molto preoccupata per il futuro: se il sistema pensionistico italiano si basa sulle nuove generazioni, e queste dovrebbero pagare i miei contributi....beh, siamo rovinati

    ma senza necessità di andare in università, già su answer girano certi casi umani...

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