Ma l'esistenzialismo è la teoria dell'esistere o dell'essere consapevoli di esistere?

L' esistenzialismo è una corrente di pensiero che privilegia, rispetto alla speculazione tradizionale

, che ha per oggetto l'Essere, astrattamente considerato. l'analisi della drammaticità umana. Si chiama esistenzialismo da ex-sistere, (star fuori, venir fuori dallo “stare”, fermo, fisso e immobile dell'essere). “L' uomo esiste”, dice l'esistenzialismo; a differenza delle cose, le quali invece, semplicemente, “sono”. E l'uomo esiste perchè è l'unico che non è, per così dire, tranquillo e in pace col suo essere, come gli enti della natura, bensi' si fa domanda, e domanda angosciante, di sé stesso e della sua condizione di trovarsi qua, in mezzo al mondo, gettato senza aver scelto nulla di sé stesso, e costretto a pro-gettarsi in avanti, a far progetto del suo futuro, pur nell'incertezza drammatica di ogni futurità.

E' questo “star fuori” costantemente della propria attualità, della propria semplice presenza,

a caratterizzare l'uomo e la drammaticità della sua vita, della sua esistenza, come un carattere che sempre l'accompagna, senza che l'uomo (e la donna, naturalmente) possano riposare nella semplicità dell'essere. E' per questo che l'uomo è l'unico essente di cui si può dire, non “che è”, ma “esiste”, sempre già “gettato-nel-mondo” da un “da fuori dal mondo”, e, anche, destinato a “pro-gettare” sé stesso, ancora “fuori dalla presenza” dell'attuale “presentità” situazionale.

Orbene, data questa condizione

(d'esser sempre un “già gettato nel mondo”, e un “pro-gettar” sé stesso nella dimensione della futurità), l'uomo può asumere due atteggiamenti e modalità fondamentali. Prima modalità, con una sorta di adattamento e dimenticanza, abbandonandosi all'impersonalità anonima del “si fa, si dice” socialmente accettato, - e sostanzialmente senza fare, per così dire, una piega. (E' questa la NON-autenticità della propria esistenza). Seconda modalità, assumendo coscienza e responsabilità di questa realtà, accettando con “angoscia” la propria obbligata condanna a un “dover- scegliere” come pro-gettarsi, gettarsi avanti nella necessità di separare l'unicità della scelta dall' esclusione obbligata di ogni altra possibilità. (E' questa l'autenticità di sè stessi, e della propria esistenza).

Quest'esser- costretto alla dimensione di una costante possibilità,

e dover escluderne dal proprio orizzonte “tutte meno una”, decretando egli stesso, l'uomo, la propria destinazione limitante (escludente le possibilità escluse dalla scelta) - ecco un aspetto, angosciante, della drammaticità costitutiva dell'esistere umano. Ma l'angoscia, attenzione, ha anche il significato dell'autenticità dell'esistenza, differentemente dall'esistenza NON-autentica di chi si lascia essere nell'abbandono dell'anonimato sociale e nella fuga dalle proprie responsabilità. ,Grazie per l'attenzione.

L'Essere essendo in tutte le cose, è anche nell'uomo.

Per capire l'Essere come vive, basta vedere come vive l'uomo.

La vita dell'uomo si chiama esistenza.

Quindi, per capie l'Essere, bisogna studiare l'esistenza dell'uomo.