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In una notte buia e tempestosa...?
La serata mi pareva adatta. Fuori c'è una luna anemica, il vento ulula e l'orizzonte è rischiarato da qualche lampo di tempesta incipiente. Ma non preoccupatevi, non ho deciso di darmi alla poesia: questo sì sarebbe un racconto dell'orrore.
La mia nonna austriaca raccontava spesso una storia, avvallata anche da mia madre che al tempo era una bambina. Mia nonna aveva ereditato da una parente una vecchia pendola, di quelle da tavolo, la quale però non aveva mai funzionato, cosicché da anni la tenevano sulla mensola del camino come soprammobile. Una sera, verso le cinque, quest'orologio all'improvviso si mise a rintoccare le ore. Mia madre e la sua trasalirono: quel suono risultò loro tanto più stridente per il fatto che non l'avevano mai udito prima di allora.
Dimenticarono in fretta l'accaduto, ma dovettero ricordarselo qualche ora più tardi, quando giunse loro la notizia che alle cinque di quel pomeriggio, nel paese vicino, il nonno (il mio bisnonno, per capirci) era morto cadendo da una sedia, mentre tentava di rimettere a posto l'orologio sulla parete.
La pendola da tavolo non fece più sentire i suoi rintocchi fino alla morte della bisnonna, avvenuta un paio d'anni dopo. Anche in quel caso, suonò all'improvviso e senza una ragione apparente, per poi piombare di nuovo nel più assoluto silenzio.
Il destino della pendola da tavolo mi è sconosciuto.
Avete, tra gli scheletri del vostro armadio, qualche storia inspiegabile da condividere?
Ehm... chiedo scusa per quell'avvallare con doppia v. :S
Approfitto anche per ringraziare chi mi ha risposto finora. Apprezzo molto lo sforzo di condividere storie che riguardano la vostra sfera privata e capisco che non è sempre facile.
Grazie! :)
Vorrei pregare chiunque entri qui e non apprezzi domanda o risposte, di cambiare pagina e trastullarsi altrove.
Trovo i pollici versi particolarmente offensivi in questo caso e non credo di dover spiegare perché.
Sciò!
°°°
Preciso: l'esperienza non l'ho vissuta in prima persona, ma ho riportato il racconto di mia mamma e di sua madre, due donne se possibile ancora più scettiche di me.
Ma il fascino non sta nella verosimiglianza. Né il fascino delle storie, né quello delle persone che le hanno raccontate. :)
12 Answers
- LinoLv 51 decade agoFavorite Answer
Avrei due storie. Una mi è stata riferita da mio padre e l'altra riguarda me.
Non ero ancora nato e mio padre che allora lavorava nelle miniere dell'iglesiente stava tornando al proprio paese nel centro della Sardegna. Era un viaggio lungo, di almeno un giorno, con mezzi di fortuna come carri agricoli, passaggi in automobile o, quando c'erano, dei pullman. A metà percorso dovette dormire in una casetta del paesetto di Sardara lungo l'attuale Carlo Felice. Non so se fosse estate o inverno ma credo che la cosa non ha più importanza. Fu sistemato in una stanzetta che non aveva niente di particolare per quei tempi ma che oggi troveremmo parecchio singolare: il soffitto era costituito di canne e il tetto era una classica copertura in tegole dette sarde. Era stanco e s'addormentò immediatamente. Nel bel mezzo di quella notte, sicuramente buia, fu svegliato da un gran fracasso: un vitello era appena sprofondato nella camera sfondando il soffitto. Ora non so cosa successe dopo ma immagino le espressioni, spaventata quella di mio padre, indifferente quella del vitello. Come il vitello fosse finito sul tetto non se lo seppe spiegare perché vie d'accesso praticabili da animali di simile stazza non ce n'erano. Era in pratica come se fosse piovuto dal cielo.
La seconda storia l'ho vissuta personalmente. In quel periodo vivevo in Corsica, nell'Alta Corsica per la precisione. Ero un ragazzo servizievole e benvoluto dal vicinato, tanto benvoluto che qualche signora pretendeva che le facessi ogni tanto la spesa. Sai, ero ragazzo e qualche soldo lo rimediavo sempre. Una volta, però, rifiutai. Era una vecchia signora ancora vitale che aveva dei figli grandi e che potevano benissimo fare la spessa alla madre. Uno o due giorni più tardi mi ritrovai con mio padre lungo le strade della Sardegna per un viaggio che doveva durare in tutto una settimana. Una notte sognai la vecchia signora. Era un sogno talmente convincente che al risveglio credetti fermamente a quanto mi aveva rappresentato: la signora era morta. Dissi del sogno a mio padre. Lui cercò di tranquillizzarmi. Sai, a quell'età si fanno gli incubi. Al nostro ritorno in Corsica chiesi immediatamente notizie di quella vecchia signora. Indovina? Era morta la notte stessa del sogno.
- alberto oʇɹəqɿɐLv 61 decade ago
Qualche anno fa decisi, con un amico, di raggiungere la cima di un monte seguendo un percorso lungo e tortuoso, su un sentiero appena abbozzato che si snodava tra boschi, dirupi e vedute mozzafiato. Sulla cima ci attendeva un gruppo di laghi alpini incantevoli, dai colori diversi (link nelle Fonti). La difficoltà era data principalmente dalla durata: circa 10-11 ore all'andata, meno di metà al ritorno, per via della discesa e del carico ridotto. Preparammo con cura l'escursione: tenda da montagna, sacchi a pelo, attrezzatura varia, cibo e acqua. Non volendo rinunciare alla moka, portammo anche quella. Insomma, un peso non indifferente. Di prima mattina, zaini in spalla e via...
Arrivammo quasi in cima, mancava non più di mezz'ora alla vetta, ma eravamo stanchissimi ed il sole stava calando: non potevamo rischiare di farci sorprendere dal buio impreparati. Trovammo un'area semipianeggiante nei pressi di un ruscello, a pochi passi da un baratro da cui si domina l'intera vallata, e montammo la tenda. Raccogliemmo la legna, più che altro sterpaglie sparse, per il falò: eravamo alle soglie dell'autunno, su una spianata ventosa, e sapevamo che dopo il tramonto avrebbe fatto particolarmente freddo. Consumato il pasto, ormai alla sola luce della luna, ci scaldammo al falò, mentre intorno il silenzio era inimmaginabile, rotto solo di quando in quando dai suoni di strani uccelli, o di qualche animale selvatico. Tendendo l'orecchio si percepiva il lieve scorrere dell'acqua, ed il rumore di qualche pietra che rotolava per finire chissà dove, in fondo al baratro. Pronunciare parole sarebbe stato come rompere un incantesimo, come parlare a voce alta all'interno di una cattedrale.
In tenda si stava bene, ma fuori la temperatura era scesa a valori bassissimi. Il mio amico si addormentò quasi subito, io invece per un pò mi ritrovai ad ascoltare rumori a cui non ero abituato: lupi che ululavano nella notte. Impiegai un pò a capire che non erano fuori dalla tenda, ma sull'altro versante del dirupo, ad altezza leggermente maggiore, si sentivano come se fossero vicinissimi. Decisi di uscire un pò dalla tenda, per capire meglio dove fossero e se ci fosse pericolo.
Restai una ventina di minuti all'aperto (oltre sarebbe stato impossibile per il gelo), e mentre ero lì seduto su uno spuntone di roccia, immerso nella natura selvaggia, intento a decodificare ogni rumore mentre i lupi ululavano al debole chiaro di luna, provai una forte sensazione di Deja Vu, come se quel posto lo conoscessi da sempre, come se fossi già stato lì o in un ambiente molto simile. Seppi per un momento dov'erano i lupi, e cosa stavano facendo...
Impossibile, vivo in città ed in precedenza i lupi li avevo visti solo allo zoo e nei documentari. Non saprei dire cosa abbia scatenato quella forte sensazione, forse la stanchezza (ma ormai avevamo avuto il tempo di riposare).
Ma sono più portato a credere ad un ricordo atavico, sepolto chissà dove nei meandri della memoria, nascosto dagli strati di civiltà e richiamato in superficie dai lupi...
Rientrai in tenda, e mi addormentai subito, senza problemi.
Ciao !
Source(s): Il percorso indicato nel link è quello "facile" (circa 6 ore), non ho trovato un sito che indichi quello seguito da noi (molto più lungo e complesso). Comunque il link descrive bene il posto: http://www.popso.it/selettore.php?id=411&cdOp=cont... I laghi: http://scuole.provincia.so.it/IstitutoTeglio/Belvi... (la foto del Lago Verde è pessima, in realtà tiene fede magnificamente al bel nome: è di un cristallino verde smeraldo; anche le altre foto sono scadenti, dal vivo è tutta un'altra cosa) - 1 decade ago
Durante i miei giri di guardia, non succede mai niente. Un giorno pero vedo tra un cespuglio due occhi luccicanti.Un gatto. Io lo noto lui mi fissa, ma quando mi avvicino, scappa. Bé mi dico "come vuoi micietto" e continuo il mio giro. Ma il gatto mi segue a debita distanza. Arrivato ad un angolo dove ce un cespuglio alto il gatto si fa scoprire e mi fissa. Lo guardo e vedo che sta proprio d´avanti al cespuglio che proprio dove il gatto sta fermo, forma una specie di entrata. La cosa piu strabiliante pero era, che sotto le zampette del gatto c' erano le cannucce del erba che formavano un specie di tappeto Simile al tappeto che mettiamo noi al entrata di nostra casa. Guardandomi, avevo la sensazione che mi volesse dire: "sei benvenuto in casa mia". Avrei voluto accettare, ma con un sorriso di scusa, mi congedo dal gatto e continuo tranquillamente il mio giro.
- elaiosLv 61 decade ago
era circa un mese che era morta mia madre,entrando in casa mia,vicino al salotto,venni colpito da un forte odore di rose,nota bene che non ho nessuna pianta in casa mia,e in quel preciso posto della casa non c'è niente,è solo un vuoto corridoio di comunicazione.
era inverno,quindi le finestre erano chiuse e nessun odore poteva essere entrato dall'esterno.
e quel profumo era concentrato solo in un piccolo spazio.
giorni dopo mia sorella mi ha detto che a volte è così che i morti si mettono in contatto con noi.
è successo solo una volta,poi più niente.........
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- thanosLv 71 decade ago
L'episodio più appariscente a cui ho assisto successe un giorno a tavola
Ero in discussione accesa con la mia ex moglie quando avvicinando la sua mano al bicchiere
dell'acqua, questo scoppiò in mille frammenti prima che lei arrivasse a toccarlo.
Non ho mai saputo ricevere da nessuno una spiegazione accettabile
Ne avrei anche qualcun'altra da raccontare, sempre in ordine alla mia ex moglie ma sarebbero più facilmente esposte ad un razionale scetticismo.
Anche se una mi fece venire autentici brividi alla schiena
Ma la racconto lo stesso.
Una sua maglia di ritorno da una guaritrice.lei non volle mai indossarla.
un anno dopo facendo ordine decise di dare un giro a quelle maglie da notte in cassetto
perchè della pila venivano lavate sempre le stesse due in cima alla pila.
Sotto trovammo una maglia letteralmente polverizzata con alcune parti residue ammuffite.
Questo poteva trovare una spiegazione,volendo
Ma lo strano fu che sia la maglia a contatto di sopra come quella di sotto
non presentavano nessunissimo segno di contaminazione
Neppure una semplice ombra di macchia
Va sottolineato che tutte le maglie erano della stessa marca e tutte rigorosamente in pura lana vergine.
- 1 decade ago
Non ho nulla da raccontare. Il mio intervento è unicamente volto a complimentarmi con te che hai postato questa domanda e a tutti coloro che hanno risposto.
E' stato un piacere leggervi.
- MelancholiaLv 51 decade ago
La storia è un po' complessa, e potrebbe risultare noiosa. Mi scuso in anticipo per la prolissità.
La sorella di mia mamma è morta poche settimane dopo il suo matrimonio quando io sono nata, 18 anni fa. Dopo la sua morte, i suoi oggetti personali sono stati assegnati interamente al marito, fatta eccezione per pochi oggetti di un certo valore affettivo, in particolare il suo vestito da sposa che mia nonna conservava gelosamente.
Negli anni successivi alla scomparsa della figlia, e successivamente alla morte del marito, a mia nonna è stata diagnosticata una malattia che non le consente di vivere da sola, ed è stata costretta ad abbandonare il prefabbricato di cui pagava l' affitto dal terremoto dell' 80. Per un certo periodo tornava nella sua casa per pulire e controllare che fosse tutto in ordine, poi per una serie di motivi solo mio padre tornava una volta, due al massimo all' anno, e puntualmente si ritrovava a denunciare dei piccoli furti che mia nonna subiva in casa e contro cui poco si poteva fare, perché la condizione del prefabbricato non era delle migliori.
Ebbene, in occasione di una festività i miei genitori si recarono a casa di alcuni parenti e lì trovarono una signora che aveva lavorato per diversi anni con la mia defunta zia e che non vedevano da tantissimo tempo, non sapeva nulla della situazione che stavamo vivendo. La donna prende in disparte mia mamma e le dice allarmata, quasi in lacrime, che la notte prima aveva sognato la sorella (mia zia) che indossava il vestito da sposa e chiedeva aiuto, piangendo. Il sogno l' aveva inquietata, e anche mia mamma era rimasta turbata perché è convinta che i defunti possano intromettersi nel sonno di un caro per comunicargli qualcosa. Comunque non è che potessero fare molto, non sapevano cosa volesse dire la sua richiesta d'aiuto.
Il giorno seguente mamma riceve una chiamata da parte di una donna che abita il prefabbricato di fronte a quello di mia nonna, e le annuncia che la casa dove lei e sua madre avevano vissuto per vent'anni è stata svaligiata e che i ladri, i suoi vicini, hanno venduto già molti oggetti, tra i quali un abito da sposa, quello di mia zia come è facile intuire.
Io non credo nell' aldilà, non credo che i morti possano comunicare con i vivi, però questo episodio vissuto di persona mi ha turbata e quello che più mi turba è il fatto che non esistono spiegazioni razionali alla vicenda.
- blinkyLv 61 decade ago
Più che di storia inspiegabile, nel mio caso si tratta di un particolare sogno premonitore, che potrebbe benissimo trovare una sua spiegazione in un nesso di pura casualità tra quel che sognai e quel che si verificò, anni dopo.
Ognuno di noi, fin da piccolo, stabilisce le proprie affinità elettive ed io stravedevo, a ragione, per una zia, la sorella di mio nonno. Quando io ero piccolissimo lei abitava nell'appartamento sotto quello abitato dalla mia famiglia, e quindi era naturale che i miei giovani genitori, se volevano uscire una sera e stare un po' da soli, mi lasciassero con lei. Era naturale oltretutto perchè era davvero una donna fuori dal comune; nessun problema di fiducia ad affidarle il pargoletto. L'imprinting del mio stravedere per lei furono serate abbracciato a lei nel lettone a ricevere le sue ninne nanne. Ero minuscolo, ma ricordo perfettamente cosa mi cantava, la penombra di quella stanza da letto, perfino il colore del copriletto.
Più avanti negli anni, quando ancora ero un ragazzino, feci uno di quei sogni che non ti dimentichi più. Il sogno era più o meno così: ero in una macchina che percorreva una lunga autostrada e a un certo punto l'auto si fermava in corrispondenza del segnale verde con la scritta bianca "PALERMO" (dove io fino a quel momento non ero mai stato). Scendevamo dalla macchina, io e la zia, e lo "svincolo" nel sogno era piuttosto strano, perchè la freccia indicava delle scale che dall'autostrada scendevano verso la città. Un po' incuriosito dalla stranezza della cosa, dicevo alla zia "vabbè, scendiamo...." e il sogno si concludeva con lei che mi diceva "No, vai tu, io mio fermo qua...".
Come dicevo, quel sogno, anche se in quel momento non diceva nulla, non lo dimenticai, forse perchè era bizzarro, forse perchè aveva una consistenza più netta rispetto ad altri, forse perchè semplicemente non lo dovevo dimenticare.
A ottobre del 97 mi trovavo da pochi mesi a Palermo, dove mi ero trasferito per proseguire i miei studi, tappa importante della mia vita, non solo ai fini della formazione per la futura professione. La zia stava molto male da diverso tempo, ed era chiaro che le restava poco da vivere. Però io non ne avevo notizie precise da un po' (anche perchè adesso viveva a Catania, distante dalla nostra città, e non ci si sentiva ogni giorno).
Una certa notte il sogno ricomparve, stessa freccia, stessa scala e lei mi disse soltanto " sono arrivata". La mattina dopo arrivò la telefonata, e non mi restò che prendere il pullman per raggiungere Catania.
- RossLv 51 decade ago
Ti parlerò di mio nonno, uomo dalla forte personalità che, a suo dire, fu più volte preso di mira da forze oscure. Sono tante e varie le vicende che raccontava, cercherò di riportare le più significative tra quelle che ricordo.
Una volta, a suo dire, un angelo prese le sue sembianze per salvare un amico che, senza accorgersene, stava per essere trascinato in un fiume da un maiale (demonio) che questi aveva trovato per strada e cercava invano di catturare. Grande fu la sorpresa di mio nonno quando l'indomani il suo amico si presentò a casa per ringraziarlo, dal momento che era improvvisamente sparito dopo averlo salvato.
Venne inseguito dalla feroce ombra di un cane che si dissolse dopo avergli fatto prendere uno spaghetto.
Assieme a suo fratello crivellarono di colpi di pistola un enorme mostro che si nascondeva dietro gli alberi; si dissolse con le pallottole.
Una volta viaggiava in moto quando un'auto che sopraggiungeva lo urtò ribaltandosi più volte su sè stessa; il suo mezzo continuò inspiegabilmente la corsa riportando solo una lieve ammaccatura.
Vide seduto su di una panchina un uomo che era deceduto tempo prima.
La sera della morte di mia nonna (sua moglie), il letto su cui era steso vibrò vistosamente; diceva che forse rappresentava una forma di ultimo saluto.
Vide un uomo che conosceva tuffarsi in un fiume, la cosa assurda è che il tizio era morto tempo prima cadendo accidentalmente proprio in quel fiume.
Uomo suggestionabile? Particolarmente fantasioso? Chi lo sa, la cosa certa è che era una persona speciale.
PS Non riporto le mie storie, non le racconto mai...
- ?Lv 61 decade ago
“era una notte buia e tempestosa” e la sveglia m’ hanno fatto venire in mente, chissà perché, il racconto di Poe, “La maschera della morte rossa” e la sua pendola.
Mi domando talvolta in quale modo misterioso si sviluppino associazioni di idee. . . mah, sarà come i sogni che non capisci come arrivino e poi, ruminando, credi di trovare una giustificazione, al di là del pasto “pesante”
Ah, ah!
Mia nonna, ogni tanto, tirava fuori qualche storia strana e raccontava di fatti al limite dell’ allucinazione, che le erano capitati e sono propensa a credere che fosse in buona fede, considerando la reticenza che aveva a parlarne. (Magari avevo una “nonna matta”, come quella di Dario Fo, anche se odiava i gatti in maniera viscerale).
Come per tutti, anche nella mia vita, di tanto in tanto, ci sono stati episodi apparentemente inspiegabili, anche se non così eclatanti come quelli che sono capitati in a te. (ma DAVVERO hai avuto quell’ esperienza?)
Ti racconto l’ ultimo, anche se, dopo tutto non è un gran che, anche se un po’ di disagio (non saprei in quale altra maniera definire la sensazione che abbiamo avuta) momentaneo l’ ha dato.
La porta della camera da letto di una persona di famiglia (dalla salute precaria) aveva un difetto: non voleva mai stare aperta: né con al finestra chiusa e tanto meno con la finestra aperta.
Forse c' era un qualche mal funzionamento dei cardini, una pendenza anomala del pavimento, ma neanche il falegname era riuscito a risolvere il problema e quindi si era ricorsi, al bisogno, ad un ferma porta imbottito. (a forma di gatto tanto per la cronaca).
Era una seccatura ma avevamo fatto di necessità virtù e non ci facevamo più caso.
La storia è andata avanti per diversi di anni, poi questa persona si è sentita, è stata portata in ospedale e, in un “fiat” ci ha lasciate le penne.
Lo crederai? Come siamo tornati a casa la porta non ha più avuto bisogno di tutori per rimanere spalancata.
La cosa ci ha lasciati perplessi. Ne abbiamo parlato per un po’ con commenti del tipo “Ma guarda. . .” e poi, poiché le coincidenze sono sempre più probabili dei casi “soprannaturali”, come per quando l’ uscio voleva star chiuso, abbiamo accettato che stesse aperto a nostro comodo (bene, bene), piazzato il gatto ferma in un angolo a disposizione e accantonato l’ accaduto.
Dico messo in archivio, non dimenticato, come vedi.