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Lv 6
? asked in Scienze socialiPsicologia · 1 decade ago

I gusti cambiano, si affinano, o restano sempre gli stessi?

Ci sono cose che ci piacciono fin dal primo "assaggio". Non importa se cibo, musica, libri o luoghi; qualcosa di essi riesce a toccare corde profonde dentro di noi, senza una precisa ragione apparente.

Altre cose sono meno immediate, richiedono una conoscenza più approfondita o una maggiore esperienza: non è un caso che raramente si ami il jazz da giovanissimi, o si apprezzino i cibi elaborati da bambini.

Ma la domanda resta: se vi è una componente instintiva ed eminentemente soggettiva nel gusto, l'affinamento è davvero possibile, oppure è una forzatura? Il gusto può davvero cambiare con la conoscenza, o esiste un filo conduttore che unisce tutto ciò che abbiamo amato con ciò che amiamo e ameremo e che nulla ha a che fare con cultura ed esperienza?

18 Answers

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  • 1 decade ago
    Favorite Answer

    Cambiano, per un motivo essenziale: la nostra stessa voglia di cambiare. Il desiderio, molto spesso inconscio o solo blandamente percettibile di operare dei cambiamenti, di seguire nuove strade, di rinnovarsi si riflette nei gusti, nelle preferenze. E' un meccanismo spesso sottile e discreto frutto del lento movimento arrivato alla fine di un percorso, di una maturazione compiuta, o del fastidio, dell'indolenza verso qualcosa che non più ci appaga, o, ancora, della ribellione verso qualcosa che ci costringe, gusti che in un passato ci sono stati imposti e ciò quindi provoca una metamorfosi più radicale, immediata, irruenta.

    Mi affascinano le novità pur non andandone all'ossessiva ricerca e ho compreso che questa attrazione riflette il mio più o meno conscio desiderio di cambiamento, che diviene spesso pressante e asfissiante ondeggiando come la vita ed in un certo qual modo i miei gusti seguono tale andamento, spingendomi a conoscere e apprezzare cose che mi sono state mostrate addirittura come tabù distorcendone la visione, alle quali, per principi che il desiderio di cambiamento ha reso non più miei, mai avrei pensato di avvicinarmi, di sentirle mie. E, forse, proprio per questo sottile senso di ancestrale proibizione, mi attraggono maggiormente di ciò che mi è sempre stato familiare, facendomi sentire un po' più libero e un po' più nuovo.

  • Pangea
    Lv 7
    1 decade ago

    Riflettendo sulla tua domanda sono giunta alla conclusione, magari sbagliata, che i gusti dipendono dall'esperienza e non dall'istinto

    Penso alle espressioni disgustate del bambino che per la prima volta assaggia qualcosa di diverso dal latte: quella reazione non dipende dal fatto che ciò che mangia ha un cattivo sapore ma dal forte impatto dello stimolo che proviene da qualcosa di sconosciuto

    Pensando alla musica mi rendo conto di capire dalla prima nota se ciò che vado ad ascoltare mi piacerà o meno e quest'immediatezza fa pensare all'istinto ma in realtà ho al mio attivo un lungo passato musicale e le sonorità che amo oggi riesco a collegarle alle prime a cui sono stata esposta ripetutamente da bambina, quindi non credo che si tratti di istinto ma di una lunga esperienza

    Passo all'arte: non si può negare che a tutti piaccia l'arte classica e che trovarsi davanti a un Picasso senza le conoscenze adeguate produca lo stesso effetto che ha la mela sul neonato

    L'arte classica piace a tutti perché riproduce una realtà che conosciamo, tutti conosciamo com'è fatto un volto o un corpo e, conoscendone le parti, sappiamo riconoscerne l'armonia

    Succede la stessa cosa quando ti abitui a sentire un pezzo di musica classica eseguito da una certa orchestra: nel momento in cui ascolti lo stesso pezzo suonato da un'orchestra diversa ti stona perché quelle parti che conoscevi non si combinano più nello stesso modo

    Infine ho pensato a quelle persone che ti colpiscono immediatamente, quelle con cui senti a primo impatto un'affinità elettiva

    Anche qui subentra l'esperienza: è vero che non conosciamo la persona che ci troviamo davanti ma è anche vero che ci piace perché la sentiamo simile a noi, quindi è l'esperienza di noi che ci fa piacere o meno gli altri a primo impatto

    Tutto ciò che sembra piacerci istintivamente credo che in realtà dipenda dalle nostre esperienze primarie

    Siamo portati inizialmente ad amare ciò che conosciamo e che ci somiglia; poi attraverso l'esperienza e l'ulteriore conoscenza impariamo ad apprezzare ciò che è diverso e questo richiede indubbiamente un esercizio di volontà, non si tratta più di stimoli che assorbiamo passivamente

    Le discriminazioni nascono proprio dalla mancanza di questa volontà e se il bambino a lungo andare accetta il sapore della mela, non essendo ancora padrone della propria volontà, un adulto può scegliere liberamente di bere solo latte per tutta la vita senza costringersi a crescere

  • 1 decade ago

    Credo molto che la curiosità (e non parlo di predisposizione al gossip...) sia una chiave per molte nuove scoperte. Se si è curiosi si è nettamente più liberi mentalmente di sforzarsi a cambiare opinioni o ad ammettere che moltissime volte siamo pieni di pregiudizi. E lo siamo.

    Si è curiosi a provare, ecco!

    Per me un minimo di forzatura ci deve essere in una fase di affinamento o comunque nell' "assaggiare" qualcosa che sia arte, cibo o nuove esperienze. Certo che se è uno sforzo esagerato, allora il discorso cambia. Ma ciò richiede costante esercizio, in tutti gli aspetti della vita.

    Ammetto che, nel caso dell'arte per esempio, spesso ho cambiato idea grazie ad una spiegazione precedente, all'analisi di un testo, al significato di una musica che mi hanno descritto nei dettagli quanto ho giudicato per anni in un solo modo. Il mio. Parlo di spiegazioni oggettive in cui le interpretazioni e commenti soggettivi hanno comunque avuto in me un loro peso. E mi hanno aiutato a sviluppare senso critico.

    E da lì si prova un filo di vergogna per essersi sentiti chiusi mentalmente e inquinati da pregiudizi per così tanto tempo.

    Alla fine del discorso dico che, si, la curiosità muove tutto, evolve. Se però quel gusto che abbiamo tanto amato cambia, e non abbiamo più voglia di assaporarlo, allora lì si parla di delusione, che ha sempre un sapore amarissimo...

  • 1 decade ago

    Dal momento che la mia innata curiosità mi ha portato a sperimentare in vari campi (e non malignate sempre, uffi) e spaziare in ogni dove, tante volte mi son dovuto ricredere, tante volte ho avuto conferma di sensazioni, altre volte ho scoperto cose nuove e che ritenevo improponibili per me.

    Non so a cosa sia dovuto, forse al fatto che uso un certo profumo che veniva reclamizzato così " ... per l'uomo che non deve chiedere mai ... " ecco, prendo ed uso a mio piacimento ogni cosa, abbracciando i vari campi che toccano le mie corde più profonde, quelle che stimolano le mie emozioni e non mi spaventa camminare sull'orlo del burrone perchè sono proprio le piacevolezze dei nostri sensi che determinano il nostro personalissimo contesto e la ricerca continua della bellezza e della gioia sono le vere ed uniche molle che ci spingono verso quei pochi attimi di felicità che sono lì a nostra disposizione basta superare quello sperone di roccia e non aspettare il panierino che vien giù ... più lo sperone sarà arduo, più l'attimo sarà pieno e coinvolgente, è sempre direttamente proporzionale ... sempre ... ciao ;-)))

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  • Anonymous
    1 decade ago

    Il gusto può affinarsi con la conoscenza..ma ciò che hai amato senza sapere perché, così, all'improvviso come un temporale, ciò che ti amalgama a quel qualcosa che ha un sapore che fa parte di te..beh, quel gusto nasce con te e con te muore..perchè è qualcosa che viene dall'istinto e non dalla conoscenza! E sprofonda nel cuore..rinvangando in te i ricordi ogni

    qual volta lo senti!!

    Bacio Rita da

    ..sognami..

  • 1 decade ago

    Io penso che il gusto possa cambiare con la conoscenza e con le esperienze di vita in generale nella misura in cui noi stessi non veniamo a trarre svantaggio da detto cambiamento...quindi relativamente a certi aspetti il gusto può cambiare, mentre in altri casi no...per fare qualche esempio...per quanto mi riguarda, da quando vivo da solo ho imparato ad apprezzare alcuni cibi che prima non gradivo più di tanto, ma relativamente ad altri cibi continuo ad essere intollerante...oppure tante persone che guariscono da malattie gravi, una volta che si sono riprese, imparano ad apprezzare sempre di più tanti aspetti della vita che prima non consideravano importanti, ma a seguito della loro malattia imparano ad essere più tolleranti...insomma la soggettività dei gusti non comporta che detti gusti non possano cambiare, proprio perché magari possono venir meno dei fattori di valutazione che al momento in cui abbiamo cominciato ad avere certi gusti erano stati scelti o quantificati male oppure possono aggiungersi dei regressori significativi che inizialmente non erano stati proprio adottati...al contempo, laddove il cambiamento o l'evoluzione di alcuni gusti ci arrechi pregiudizio (o quantomeno una perdita in termini di utilità), alcune nostre preferenze rimarranno inalterate.

  • Anonymous
    1 decade ago

    dipende da chi è proprietario del gusto, da quanto curioso è lui/lei e dal contesto in cui lui/lei è immerso...naturalmente a prescindere da questo il gusto si sviluppa in tenera età...dipende tutto anche dall'atmosfera in cui il bimbo è immerso e come viene allevato...se viene allevato e portato a scoprire cose e da come scoprirle svilupperà in seguito un affinamento del suo gusto (naturalmente anche se questo bimbo è intelligente)...parlando di me stesso, ti posso dire che il mio primo viaggio extraeuropeo l'ho fatto intorno ai 7-8 anni...un tranquillo viaggio in egitto...viaggio culturale con crociera... viaggio tranquillo tranquillo....mi ricordo, si, mi ricordo che c'era un cibo che non mi ispirava molta fiducia....e ho detto a mio padre che quella cosa io nn la mangiavo...mio padre mi chiese come facessi a sapere che quel cibo non mi sarebbe piaciuto...io lo assaggiai...dopo applicai questo concetto anche in altri campi...dopo cmq di viaggi ne ho fatti altri...e ti posso dire che ero un bimbo assolutamente strano....mi piaceva molto la world music prima che diventasse un fatto così di moda...ero assolutamente affascinato dai suoni di quei paesi esotici....e come bimbo mi sentivo un po' diverso dagli altri...poi vuoi che i miei mi portavano fin da piccolo a vedere i film (anche quelli d'essai)...naturalmente anche a vedermi i film di woody allen...molto complicati (almeno così si dice) per un bambino di 8-10 anni...poi a casa si legge abb...quindi c'erano e ci sono abbastanza libri da poter leggere....quindi in un certo senso ho avuto la cultura per via osmotica...o se preferisci ero una carta assorbente messa in un contesto un po' particolare...da bambino questa cosa mi procurava abbastanza noia perchè mi sentivo diverso...e questa forma di diversità non l'ho vissuta bene ...adesso da adulto posso ringraziare e ringrazio ogni giorno per il semplice fatto che i miei genitori abbiano fatto tutto questo per me....credo che siano stati veramente fantastici....ora da adulto posso capire meglio ciò che mi è stato fornito perchè adesso è come se avessi un puzzle astratto i cui pezzi sono disponibili in x^n combinazioni diverse...come se potessi giocare al lego con i mille pezzi di gusto che tengo custoditi e che credo di essere riuscito ad affinare nel corso della mia esistenza....

    ciao!!

  • Ross
    Lv 5
    1 decade ago

    I gusti sono dati da innumerevoli motivazioni inconsce più o meno evidenti che sono soggette alla provvisorietà. A volte si accumulano talmente piano da modificare i gusti nel lungo periodo, a volte tendono a rafforzarli e altre volte ancora li sconvolgono immediatamente; come nel caso di tutta quella gente che a causa di un'intossicazione da alcol o indigestione di qualche pietanza ha bandito definitivamente dalla propria vista la causa del proprio trauma.

  • 1 decade ago

    Molte cose che ci piacciono al primo "assaggio" con il tempo possono non piacerci più, ma è raro che una vera passione si spenga definitivamente.

    Ad ogni modo ocn il tempo i gusti, le esperienze, i modi di vedare e pensare, il comportamento e il carattere cambiano. Si modificano, evolvono, si trasformano e si cresce.

    Quindi è normale che cambino anche i gusti (per esempio: prima amavi i fumetti, ora i romanzi. Prima adoravi andare a ballare e alle feste, ora prefersici uscire con gli amici/invitarli a casa tua/stare con la tua famiglia (marito, figli,ecc..)).

  • Fil
    Lv 7
    1 decade ago

    Da persona poco colta ritengo che cultura ed esperienza aprono le menti ... l'istinto è importante nel regno animale, ne facciamo parte , però, fortunatamente per noi, hanno inventato la scrittura, mezzo che permette di leggere la bellezza nascosta in altri uomini, ed avere la possibilità di accrescere la nostra conoscenza ed affinare i nostri gusti.

    ciao

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