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Studiare Cinese e Giapponese insieme?
Salve, quest'anno mi devo iscrivere all'Orientale di Napoli e ho scelto di studiare inglese cinese e giapponese. Mi piacciono molto le culture asiatiche, in particolare quelle della Cina e del Giappone. Solo che é difficile studiare insieme queste due lingue? Gli ideogrammi sono simili e all'inizio si può fare confusione... sono un autolesionista a studiarle insieme? Accetto molto volentieri opinioni di chi ha affrontato la mia stessa cosa all'universita'. Grazie a chi mi rispondera'.
4 Answers
- Sashimi SanLv 68 years agoFavorite Answer
La scrittira è simile in apparenza: in giapponese è in uso una scrittura sillabica, dove esistono i sillabari, denominati katakana ed hiragana; a questi vanno aggiunti i kanji, caratteri portati dalla Cina.
Oltre ad essere complicati dalla grafia e dall'alto numero che li compongono, i kanji presentano due forme di lettura, una cinese (on), ovvero la lettura originale, e l'altra giapponese, derivante dall'interpretazione dei kanji stessi nel momento della loro importazione; la lettura dipende dal contesto e dagli altri kanji presenti, se non del kanji di cui un carattere fa parte (ad es. un kanji per albero o acqua avrà pronuncia diversa in base alla parola/concetto associato).
Da considerare, inoltre, che nelle sillabe non si può distinguere quale elemento indichi la consonante e quale la vocale d'appoggio: ogni sillaba è a sé, e quindi le sillabe sono tutte diverse tra di loro.
Ad esempio, la serie di sillabe sa, si (shi), su, se, so non hanno caratteri grafici comuni; o meglio, non hanno elementi che convenzionalmente rimandino al suono "s".
Nella scrittura cinese ogni carattere sta per un morfema; ogni carattere presenta un significante unito ad un segno che ne indica il suono: unisce quindi componenti logografiche e componenti fonografiche.
Quindi una parte del carattere indica l'area concettuale, lo spazio semantico, l'altra invece indica in modo approssimativo la pronuncia.
Ad esempio, zucchero si scrive combinando il classificatore per "cereale" e dell'elemento che sta per la sillaba "tang".
I caratteri cinesi sono circa 40.000, una persona colta ne conosce almeno 6-7000; 2000 sono considerati la soglia dell'alfabetizzazione.
Capisci dunque che lo studio delle due lingue è davvero duro, sebbene non impossibile; del resto c'è gente che è riuscito a studiarle entrambe.
A livello fonetico, il cinese presenta quattro toni (più un quinto tono neutro); se sono facili da riprodurre dopo un po' di allenamento, sicuramente sarà più difficile per un italofoni distinguerli: avere un buon orecchio musicale aiuta.
Il giapponese non ha questa caratteristica.
A livello morfologico, le due lingue sono nettamente diverse: il cinese è isolante, ovvero il significato grammaticale delle parole viene attribuito al lessico ed alla sintassi (le parole sono anche generalmente mono-bisillabiche; consideriamo poi che i toni differenziano il significato delle parole, a volte anche di molto, per es. mamma/cavallo/canapa sono alcuni dei significati attribuibili alla sillaba "ma" in base al tono con cui viene pronunciata); il giapponese è molto più complesso, ed è una lingua agglutinante, con parole anche piuttosto lunghe (certo non come in tedesco eh...).
Particolarmente sviluppato e complesso è il sistema dei pronomi, che rimanda a fenomeni sociolinguistici; i sostantivi si accompagnano a posposizioni che indicano il caso, o meglio la funzione logica che questi hanno nella frase; i verbi non hanno coniugazione ma si dividono in basi, ed hanno comunque diversi modi (indicati dai suffissi); hanno forma negativa ed i suffissi variano anche in base alla formalità (es. taberu/tabemasu, entrambi per "mangiare").
La sintassi del cinese è semplice, ma si differenza dall'italiano e da molte altre lingue per il fatto che fa una distizinzione degli elementi fraseologici secondo il tema ed il rema; il giapponese ha un ordine molto rigido e complesso per chi si approccia per la prima volta alla lingua, e può avere sia una costruzione con soggetto/oggetto, come in italiano, sia una tema/rema, come in cinese.
Es. taiyo ga noboru
taiyo wa noboru
Entrambe le frasi si traducono come "il sole sorge", ma nel primo caso abbiamo una frase soggetto/verbo, nel secondo tema/rema (la prima è una frase non caratterizzata, o meglio presentativa, generale; la seconda mette il focus sul sole, appunto tema del discorso, ed è come se ci si aspettasse una continuazione del discorso, oppure che la frase data sia la continuazione di un enunciato precedente; il parlante che usa wa al posto di ga presenta la parola così marcata come tema, quasi come dire "quanto a X...", "a proposito di X...").
Buona fortuna :) il mio consiglio è di provare i lettorati, e valutare se davvero vorrai studiare entramnbe queste lingue (non è come fare tedesco e inglese o francese e portoghese, cinese e giapponese non appartengono alla stessa famiglia: le differenze sono notevoli, come avrai capito).
- Anonymous8 years ago
Guarda, potresti fare un po' di confusione per quanto riguarda la scrittura..L'unica cosa dove non ti sbaglierai mai sarà la pronuncia. La pronuncia cinese è molto diversa da quella giapponese, i primi tempi ti sembrerà difficile gestirli entrambi ma dopo ti ci abituerai. Inoltre gli ideogrammi sono simili ma non uguali, è facile riconoscere un ideogramma cinese da quello giapponese. No, non sei un autolesionista xDD Semplicemente non preoccuparti e studia u.u.